La violenza non ha genere
Proseguendo con la lettura la tua visione cambierà: scopriremo come il dibattito sul femminicidio, spesso concentrato sulla donna vittima di un uomo, rischi di oscurare altre forme di violenza domestica e relazionale. Questo articolo ti guiderà attraverso dati, fonti e proposte per un approccio davvero inclusivo.
Cos’è il femminicidio? Differenze di definizione
Il termine femminicidio è nato per denunciare la violenza strutturale contro le donne, ma la sua definizione varia sensibilmente a seconda delle fonti.
Definizione | Criteri principali | Fonte |
---|---|---|
Stretta | Omicidio di una donna “in quanto donna”, per motivi di genere | Statistiche Polizia e ISTAT |
Ampia | Include abbandono, sfruttamento di vulnerabilità, suicidi indotti | Osservatorio Non Una Di Meno1 |
Il problema della narrazione dominante
Gran parte dell’opinione pubblica associa la violenza domestica esclusivamente allo schema “uomo che agisce contro donna”. Questo riduzionismo ha conseguenze gravi:
- Uomini vittime di violenza psicologica e fisica vengono minimizzati o ignorati5.
- Persone LGBTQ+ non rientrano negli schemi tradizionali e restano senza supporto.
- Anziani e figli testimoni di violenza sono trattati come “casi sociali” e non come vittime dirette.
Perché serve un approccio inclusivo
Un modello che guardi alla dinamica della violenza piuttosto che al genere dell’aggressore può garantire:
- Ascolto e supporto a chiunque subisca abusi
- Servizi di protezione non discriminatori
- Prevenzione basata sull’educazione affettiva e relazionale
Dati italiani sul sommerso maschile
- Nel 2023, 143 uomini si sono rivolti al Centro “Oltre il Genere” per violenza domestica, tra cui abusi fisici e psicologici5.
- Secondo ISTAT, 3,6 milioni di uomini hanno subito molestie almeno una volta nella vita, con il 48% di casi solo psicologici6.
Esempi di centri e progetti inclusivi
- Cudav (Centro Uomini e Donne Autrici di Violenza): primo centro italiano che accoglie autori di violenza senza distinzione di genere1.
- Coop ha proposto l’educazione affettiva e relazionale come materia obbligatoria nelle scuole per prevenire ogni forma di violenza3.
Come trasformare il discorso pubblico
- Distinguere violenza di genere da violenza relazionale senza gerarchie di dolore.
- Creare standard di raccolta dati che includano tutte le vittime, indipendentemente dal genere.
- Formare operatori dei centri antiviolenza alla riconoscibilità di abusi fisici e psicologici in ogni contesto.
Risorse consigliate
- Guarda il podcast “Pro o Contro Podcast” su YouTube per storie e dati sui uomini vittime di violenza:
Pro o Contro Podcast8. - Leggi l’articolo “La violenza non ha genere” su Avvenire/MSN:
1. - Consulta il Report 2023 del Centro “Oltre il Genere” per dati sui maschicidi e l’assistenza maschile:
5.
Conclusioni
Superare le divisioni di genere nel riconoscimento delle vittime non significa negare la specificità storica della violenza contro le donne. Significa, piuttosto, abbracciare un approccio più giusto e umano, dove ogni individuo in difficoltà trovi ascolto e protezione. Solo così potremo costruire una società davvero inclusiva e capace di prevenire ogni forma di violenza.